Poesia visiva e collage: dare forma all’inconscio con immagini e parole

Scopri poesia visiva e collage come pratiche di arte terapia: un dialogo tra immagini, parole e inconscio nei percorsi creativi di Atelier in Viaggio.

Giulia Boninsegni

11/29/20254 min leggere

Ci sono momenti in cui le parole da sole non bastano.
E momenti in cui neppure le immagini, da sole, riescono a raccontare ciò che si muove dentro.

In quello spazio di mezzo – fragile, vibrante, pieno di sfumature – nascono la poesia visiva e il collage: linguaggi ibridi, liberi, ribelli alle categorie, capaci di tenere insieme frammenti che apparentemente non stanno bene insieme, ma che proprio nella loro giustapposizione rivelano un senso nuovo, inatteso, sorprendente.

In questo articolo voglio portarti dentro questo mondo fatto di:

ritagli, parole, fotografie, carte, segni, strappi,

piccoli universi che si compongono su un foglio,

messaggi che l’inconscio ci sussurra quando iniziamo a scegliere, incollare, combinare.

Poesia visiva: quando il testo diventa immagine

La poesia visiva nasce dall’incontro – e dal conflitto fertile – tra scrittura e immagine.

Nella poesia visiva:

le parole possono essere tagliate, sovrapposte, ruotate, nascoste;

le frasi vengono spezzate, ricomposte, interrotte da vuoti;

lettere e immagini dialogano, litigano, si abbracciano.

È una forma che nasce storicamente dal lavoro di artisti e poeti del Novecento, vicini alle avanguardie, ma oggi vive anche in contesti intimi, personali, creativi, lontani dai musei.
Può essere costruita con:

ritagli di giornale,

parole trovate in libri vecchi,

fotografie,

segni fatti a mano,

simboli, texture, calligrafie.

Quello che la rende così potente, soprattutto in arte terapia, è che sfugge alle regole della scrittura corretta e del “saper disegnare bene”.
Non chiede tecnica, chiede presenza e verità.

Il collage: l’arte del frammento che diventa storia

Il collage è una pratica antica e, allo stesso tempo, straordinariamente contemporanea.
Tagliare, strappare, scegliere e incollare immagini è un gesto che appartiene tanto ai bambini quanto agli artisti, tanto ai diari segreti quanto alle opere esposte.

Il collage parte da materiali già esistenti:

riviste, giornali, vecchi libri,

fotografie, mappe, cartoline,

carte colorate, pattern, parole stampate.

Questi materiali vengono decontestualizzati dal loro luogo d’origine e ricontestualizzati in una nuova composizione.
In altre parole:

qualcosa che significava una cosa, ora ne può significare un’altra.

Questo è uno dei motivi per cui il collage, in arte terapia, è straordinario:
il gesto di tagliare e ricombinare non è solo estetico, è psichico.
Rappresenta la possibilità di:

separarsi da vecchie narrazioni,

tenere solo ciò che risuona,

creare nuove storie a partire da frammenti sparsi.

Il significato simbolico di ritagliare, scegliere, incollare

A prima vista, può sembrare un passatempo: ritagli, colla, immagini belle.
Ma se ci fermiamo un attimo, ci accorgiamo che ogni gesto ha un valore simbolico forte.

Ritagliare
È un atto di selezione, ma anche di separazione.
Quando tagliamo un’immagine da una pagina, la stacchiamo da un contesto più grande. È come dire:

“Questo pezzo lo porto con me, il resto può restare lì.”

Ci parla del nostro modo di scegliere: cosa teniamo, cosa lasciamo, cosa ci attira.

Strappare
È un gesto più istintivo, meno pulito del taglio.
Spesso, mentre strappiamo, emergono emozioni: rabbia, urgenza, desiderio di rompere schemi rigidi.
Il bordo irregolare racconta qualcosa del nostro stato interno.

Scegliere le immagini
Le immagini che ci attraggono non sono mai casuali.
Anche se diciamo “mi piace questa perché è carina”, dietro c’è quasi sempre una risonanza più profonda:

un colore che parla al nostro umore,

una scena che evoca un ricordo,

un simbolo che tocca un bisogno inconscio.

Incollare
È il gesto del dare un posto.
Non solo raccogliamo immagini e parole, ma decidiamo dove collocarle, quanto spazio occupano, cosa sta sopra e cosa sotto.
È un modo potente di lavorare simbolicamente su temi come:

priorità,

gerarchie interne,

equilibri tra parti diverse di noi.

Poesia visiva e collage come strumenti di arte terapia

In arte terapia, poesia visiva e collage diventano veri e propri linguaggi terapeutici.

Dare voce a ciò che non ha ancora parole

Spesso arriviamo in terapia con sensazioni difficili da nominare:

un vago malessere,

una stanchezza profonda,

una tensione sottile,

un desiderio di cambiamento che ancora non riesce a definirsi.

Lavorare con immagini e parole trovate permette di esternare qualcosa senza doverlo spiegare subito in modo lineare.
Il foglio diventa un contenitore in cui il materiale psichico può depositarsi, organizzarsi, prendere forma.

Superare il blocco del “non so cosa dire / non so disegnare”

Molte persone arrivano dicendo:

“Non sono creativo/a”,

“Non so disegnare”,

“Non so cosa scrivere”.

Poesia visiva e collage aggirano questo blocco:
non devi inventare da zero, devi scegliere tra ciò che c’è.
Questo rende il processo più fluido, meno intimidatorio.

La creatività qui non è un talento, ma un processo di ascolto:

ascoltare cosa ti colpisce,

cosa ti respinge,

cosa vuoi mettere vicino e cosa lontano.

Poesia visiva, collage e psicologia del profondo

Questi linguaggi lavorano a cavallo tra conscio e inconscio.
Non stiamo “inventando” immagini dal nulla: le stiamo scegliendo da un mare di possibilità.
Questa scelta è sempre, in qualche modo, rivelatrice.

La psicologia del profondo ci insegna che simboli, metafore, associazioni hanno un potere enorme nel contattare contenuti interiori difficili da raggiungere con il solo discorso logico.
La poesia visiva e il collage funzionano proprio così:

mettono in corto circuito elementi lontani,

creano immagini ambigue ma dense di senso,

ci offrono nuove metafore con cui pensare a noi stess*.

Non è importante “interpretare” in modo rigido, come un dizionario dei sogni.
È importante stare nel campo di risonanza che si crea tra la persona e il suo lavoro, lasciando emergere significati personali, unici.

Ci ricordano che:

non siamo obbligati a restare dentro le narrazioni che ci vengono date;

possiamo ritagliare, scegliere, riorganizzare la nostra storia;

le nostre parti sparse, se messe in dialogo, possono creare una bellezza nuova, imperfetta ma vera.

Forse, alla fine di un laboratorio, ti ritroverai con un foglio pieno di immagini e parole che non avresti mai pensato di mettere insieme.
Eppure, guardandolo, sentirai:

“Questa sono io, adesso. In modo confuso, ma autentico.”

A volte, non abbiamo bisogno di una frase perfetta, ma di un frammento che risuona

Vuoi ascoltare quello che le tue immagini hanno da dirti?

Se senti che poesia visiva e collage potrebbero essere un modo diverso per incontrarti,
per dare spazio a parti di te che non riescono ancora a parlare in modo lineare,
puoi partecipare ai laboratori di arte terapia dedicati a questi linguaggi in Atelier in Viaggio.

Nei nostri incontri:

le immagini ti scelgono,

le parole si spostano e si spezzano,

il foglio diventa uno specchio gentile del tuo mondo interiore.

Scopri le prossime proposte nella sezione Eventi
oppure scrivimi per creare un percorso su misura, individuale o di gruppo.

Ti aspetto tra ritagli, colla e piccole rivoluzioni silenziose.