Ceramica – Plasmare la terra, ritrovare il corpo

Scopri la ceramica come pratica di plasmatura della terra e di sé. Un viaggio tra materia, corpo e arte terapia nei laboratori di Atelier in Viaggio.

Giulia Boninsegni

11/29/20253 min leggere

C’è un momento, quando affondi le mani nell’argilla, in cui tutto il resto si allontana.
Il mondo esterno sfuma, i pensieri rallentano, il corpo si ricorda di essere corpo.
La terra umida sotto le dita ha un peso, un odore, una temperatura: ti chiama nel presente, ti ancora qui e ora.

La plasmatura della terra è un gesto primordiale, ancestrale, che affonda le sue radici in gesti antichi quanto l’umanità: prendere la materia grezza, ascoltarla, trasformarla, darle forma.

In questo articolo voglio raccontarti la ceramica come via di ritorno a sé, attraverso la lente dell’arte terapia.
Ti parlerò della sua dimensione storica e simbolica, del rapporto tra terra, corpo ed emozioni, di come l’ho integrata nel mio percorso di arte terapeuta e ceramista, e di cosa accade davvero quando, in Atelier in Viaggio, iniziamo a plasmare la terra insieme.

La ceramica: una storia di mani, fuoco e trasformazione

La ceramica accompagna l’essere umano da millenni.
È una delle prime forme di arte e di artigianato: ciotole, vasi, contenitori, figure rituali, oggetti quotidiani. Ovunque ci siano stati esseri umani, sono passati anche mani e terra, fuoco e pazienza.

In ogni civiltà, la ceramica ha un valore pratico ma anche simbolico:
contiene, custodisce, protegge.
Nel vaso si mette il cibo, l’acqua, il vino, le erbe, le ceneri.
È un oggetto che sta tra noi e ciò che è prezioso. È, in qualche modo, un corpo che ne custodisce altri.

La plasmatura della terra è il primo passo di questo lungo viaggio:
prima ancora della cottura, prima degli smalti, prima del colore, c’è la relazione diretta con la materia.
Le mani che impastano, comprimono, allungano, lisciando, scavando, aggiungendo, togliendo.

Se ci pensi, è una metafora perfetta di ciò che facciamo anche con la nostra vita:

cerchiamo forma, equilibrio, sostegno;
cadiamo, ci rompiamo, ci ricostruiamo;
cambiamo struttura, ma restiamo noi.

Il significato simbolico della terra – Radici, corpo, appartenenza

La terra è elemento di radicamento.
Nella psicologia simbolica e nelle tradizioni spirituali, la terra parla di:

base, sicurezza, stabilità;

corpo, concretezza, quotidianità;

casa, nutrimento, appartenenza.

Quando lavoriamo con l’argilla, non stiamo manipolando un materiale neutro: stiamo entrando in contatto con un archetipo.
La materia ci rimanda a domande profonde:

Quanto mi sento radicatə?

Quanto riesco a stare nel mio corpo?

Posso concedermi di essere presente, qui, in questo gesto?

L’argilla accoglie ogni impronta: ogni pressione lascia una traccia.
Non giudica, non corregge, non dice “giusto” o “sbagliato”: registra.
In questo, somiglia molto all’inconscio: tutto viene accolto, tutto viene registrato, anche ciò di cui non siamo consapevoli.

Plasmare la terra permette di dare forma a qualcosa che non aveva nome, ma che si muoveva dentro di noi.
Un nodo alla gola, un peso allo stomaco, una tensione alle mani: improvvisamente si trasformano in un corpo esterno, un vaso, una figura, un oggetto che possiamo guardare, toccare, spostare.
E allora non è più solo “dentro di noi”: è tra noi e il mondo, e possiamo iniziare a dialogarci.

La mia esperienza personale con la ceramica e la plasmatura della terra

La ceramica è stata, per me, una delle prime porte di accesso al linguaggio della materia.
Ho studiato tecniche artistiche e restauro, ma è stata la terra, più di ogni altro materiale, a riportarmi costantemente al corpo.

Ricordo ancora le prime ore passate a impastare:
all’inizio ero concentrata sull’idea del risultato, sul “far bene”.
Poi, lentamente, è successa un’altra cosa.
Ho iniziato a sentire che ogni gesto aveva una ricaduta sul mio stato interiore:
se ero nervosa, la terra si spaccava;
se ero rigida, l’oggetto diventava storto;
se ero presente, la forma trovava un suo equilibrio naturale.

Ho iniziato a osservare:

come le persone toccano la terra;

quanto si permettono di “sporcarsi”;

come reagiscono quando la forma cede o non viene come la immaginavano;

quanto faticano a fermarsi o a dichiarare un pezzo “finito”.

In tutto questo, non vedevo solo mani all’opera, ma storie, difese, paure, desideri che prendevano forma attraverso il gesto.
Da lì, integrare la ceramica nei percorsi di arte terapia è stato naturale: era già un linguaggio, mancava solo dargli uno spazio consapevole.

La ceramica come pratica di arte terapia,

In arte terapia, la plasmatura della terra diventa un terreno fertile per lavorare su tanti livelli contemporaneamente. Plasmare la terra è, in fondo, un modo per plasmare anche la relazione che abbiamo con noi stessə.
Ci invita a:

rallentare,

ascoltare,

sporcarci,

accettare ciò che non possiamo controllare,

prenderci cura di ciò che nasce dalle nostre mani.

Il pezzo che esce dal laboratorio non è mai solo un oggetto: è un frammento di storia personale.
Ogni volta che lo guarderai, ti ricorderà non tanto “come l’hai fatto”, ma come ti sentivi mentre lo creavi, chi eri in quel momento del tuo cammino.

La terra, quando la tocchiamo, ci ricorda qualcosa che spesso dimentichiamo:

siamo corpo, siamo materia, siamo processi in trasformazione continua.

E forse il vero miracolo non è creare una forma perfetta, ma permettersi di sentirsi vivi dentro quel gesto.

Se senti che la ceramica e la plasmatura della terra potrebbero essere un linguaggio per te,
un modo per ritrovare il corpo, la presenza e una creatività che non giudica,
puoi partecipare ai laboratori di ceramica e arte terapia che organizzo in Atelier in Viaggio.

Nei nostri incontri:

le mani lavorano,

la mente si fa più quieta,

le emozioni trovano una forma che puoi toccare.

Scopri le prossime date nella sezione Eventi del blog
oppure scrivimi per costruire insieme un percorso individuale o di gruppo.

Ti aspetto con le mani nella terra e il cuore un po’ più vicino a casa.